Campion, Charles-Antoine

(Lunéville 1720 - Firenze 1788)

[Anonimo, medaglia commemorativa di C. A. Campioni, Firenze 1800 ca.]

Nacque a Lunèville (Meurthe-et-Moselle) in Lorena, da Jacques Champion e Charlotte Bruget. Non abbiamo molti dati sui primi anni della sua formazione, ma sappiamo con certezza che in quel periodo tutte le attività musicali della corte di Lorena erano sotto la direzione del compositore francese Henry Desmarets. Poiché il padre era a servizio presso la corte, è probabile che il trasferimento della famiglia Champion sia avvenuto in concomitanza con l’assunzione di Francesco Stefano di Lorena al trono granducale di Toscana (1737). E’ probabile che nel primo periodo italiano Champion abbia studiato con Giuseppe Tartini o perlomeno sia entrato in contatto con la scuola Padovana. Dal 1752 al 1762 fu sicuramente maestro di cappella nella cattedrale di Livorno, e dal 1763 (a partire dal 14 Febbraio), fino all’anno della sua morte, ricoprì la medesima carica presso la corte granducale di Firenze, nella cattedrale di S. Maria del Fiore e nell’oratorio di S. Giovanni Battista. Per alcuni mesi, dal 1761 al 1762 Champion risedette a Parigi per supervisionare la pubblicazione di alcuni suoi lavori tra cui una riedizione dell’opera 2 (6 sonate per due violini e basso continuo), le sonate per clavicembalo op.4, e un Salve Regina (il solo lavoro sacro da lui pubblicato). Molti lavori di Champion (soprattutto le sonate a tre) furono pubblicati a Londra dall’editore Walsch; le ristampe parigine seguono una numerazione d’opera differente dalle edizioni inglesi che verosimilmente rispettano l’ordine originario voluto da Champion. Proprio le edizioni inglesi ebbero un’enorme diffusione raggiungendo le colonie americane dove trovarono un grande estimatore nel giovane Thomas Jefferson, violinista dilettante, che si preoccupò di collezionare tutte le opere per violino scritte da Champion. Proprio a Jefferson dobbiamo un catalogo tematico che si è rivelato utilissimo in tempi recenti per ordinare la produzione a stampa di Champion. Nel 1766 si sposò con Margherita Perloz Brunet, fiorentina di origini francesi, musicista e pittrice. Nel 1770 incontrò a Firenze il quattordicenne Mozart con il quale ebbe occasione di suonare assieme a Pietro Nardini, direttore delle musiche della corte ducale. Allo stesso anno risale l’incontro con lo storiografo della musica inglese Charles Burney, che andava raccogliendo in Italia materiale per il suo volume The present state of music in France and Italy. Burney rimase colpito dall’enorme raccolta di musica antica «particolarmente di madrigali del XVI e XVII secolo» posseduta da Champion. La passione di Champion per la musica antica e per i trattati di teoria musicale ci è testimoniata dal rapporto epistolare che egli intrattenne con padre Martini al quale si rivolgeva per avere composizioni e testi come il Dialogo della musica antica e moderna di Vincenzo Galilei, il Thoscanello della musica di Pietro Aaron e l’Arte del contrappunto di Giovanni Maria Artusi. Dal 1770 fino alla morte abbiamo scarse notizie sull’attività e le vicende biografiche di Champion. Champion è una personalità importante per il periodo di transizione verso gli stilemi e il gusto del classicismo. Il suo legame con il passato appare evidente nel genere, da lui prediletto ma sempre meno frequentato dai suoi contemporanei, della sonata a tre dove l’autore dimostra un gusto spiccato per il contrappunto. Tuttavia la sua scrittura violinistica appare spesso originale e ricca di innovazioni tecniche e si ricollega alla scuola di Tartini. La struttura delle sonate è tripartita: Adagio (imitativo o cantabile), Allegro (fugato o in forma sonata), Allegro (tempo di danza o Rondò). Il tempo centrale, il più ampio ed elaborato, presenta spesso un’esemplificazione matura della forma sonata tripartita con esposizione, sviluppo e ripresa. Le sonate dell’opera V e VI oltre a dare maggior rilievo alla funzione del primo violino, presentano un utilizzo interessante, più "moderno" e cromatico, dell’armonia. Anche le sonate per clavicembalo rilevano una scrittura elegante e, a volte, tecnicamente ardita. La maggior parte della produzione sacra di Champion (soprattutto messe, offertori e responsori), caratterizzata da uno stile contrappuntistico severo e austero, fu scritta ed eseguita per la corte del granduca di Toscana. In particolare, il Te Deum scritto per la nascita dell’erede al trono Francesco Giuseppe nel 1768, e lodato dal Burney, prevedeva la presenza di 200 esecutori tra strumentisti e cantanti. Della sua produzione vocale profana ci sono rimasti il componimento drammatico Venere placata (su libretto di M.Coltellini) eseguito nel 1760 per le nozze dell’arciduca Giuseppe con Isabella di Borbone, e la cantata T’amo bell’idol mio. Non fu mai pubblicato il Trattato teorico e pratico dell’accompagnamento del cimbalo con l’arte di trasportare in tutti i toni e sopra tutti gli strumenti giunto fino a noi in un manoscritto autografo.

CATALOGO DIGITALE · Le opere di Campion, Charles-Antoine

Musica Strumentale

Concerti

Concerto in Do Magg. per flauto e orchestra
Concerto in Re Magg. per flauto e orchestra
Concerto in Sol Magg. per flauto e orchestra
Concerto in Sol Magg. per due flauti e orchestra
Musica da camera

Triosonate

8 Sonate da Camera op. IX

Sonate

3 Sonate da Camera per flauto e B. C.