[N. Dôthel, frontespizio dell'edizione fiorentina dei '6 quartetti con flauto']
Flautista e compositore di origini francesi. Giunse in a Firenze insieme al padre, oboista nella banda militare dei Lorena. Anche il giovane Nicolas cominciò a suonare nella banda a partire dal 1736, prima di essere promosso a flautista della cappella di corte sotto Ferdinando III, dal 1747. Operò anche a Lucca a partire dal 1739 nelle esecuzioni musicali per la festa di Santa Croce e nella Stagione teatrale. A partire dalla stagione operistica autunnale del 1765 fino al 1798, è attestata l’attività di Dôthel nell’orchestra del Teatro della Pergola a Firenze. Dôthel ebbe rapporti particolarmente stretti con Charles Antoine Campion che fu Maestro della Cappella granducale dal 1763: i due erano infatti concittadini e coetanei. I due musicisti sono citati assieme a Nardini nell’opera di Charles Burney come eminenti musicisti. In un articolo del flautista Ribock pubblicato sulla rivista tedesca Magazin der Musik nel 1783, viene descritto così lo stile musicale di Dôthel: " una melodia distesa e piacevole mescolata e collegata nelle sue parti da passaggi lunghissimi ed ininterrotti, passaggi che scorrono con un flusso privo di interesse; terzine impiegate "con amore", totale mancanza di lingua (o meglio, essa non è richiesta), di contro molto uso di petto e di una profonda aspirazione; ed infine un certo modo di tempo "rubato" che rovescia il valore delle note e costituisce la caratteristica più notevole di questa maniera". Dôthel compose una gran quantità di musica per flauto. Il catalogo del Principe von Esterhazy presenta 95 brani comprendenti concerti, sonate, duetti e trii. Sebbene le ricerche non abbiano riportato alla luce alcun documento relativo ad attività concertistica svolta da Dôthel fuori dall’Italia, non significa che egli non fosse famoso all’estero. Infatti tutte le sue opere, ad eccezione dei Sei quartetti per flauto o due violini, viola e violoncello stampati a Firenze da Raniero del Vivo, furono pubblicate al di fuori dell’Italia: a Parigi, Londra e Amsterdam. Esiste una certa confusione tra le opere di Dothel e alcuni lavori di James Oswald, compositore ed editore londinese. Qust'ultimo, secondo alcuni studiosi, avrebbe pubblicato delle proprie composizioni strumentali sotto lo pseudonimo di "Dotthel Figlio"; su questa vicenda non è ancora stata fatta completa chiarezza.